Nei numeri dedicati all’Uomo Mascherato, le storie pubblicate sono esclusivamente le daily strips che, nei primi albi, sono originali (in alcune si vede addirittura la firma di Ray Moore, sebbene senza copyrights), poi via via che prosegue la collana inizia l’operazione “dilatazione” dei racconti su più albi, con l’inserimento di disegni apocrifi, o, spesso, anche la completa lucidatura dei disegni originali, e infine con la pubblicazione di storie del tutto apocrife.

I primi dieci albi della serie non hanno alcuna numerazione, poi, improvvisamente, sulla copertina della seconda parte de “I pirati dell’aria”, compare il numero “1”, ma è la numerazione della Collana, mentre per trovare quella progressiva della serie bisogna andare in quarta di copertina (ma spesso non viene aggiornata), finché con l’episodio “Il ratto di Diana” (n° 22 di collana) inizia a comparire in seconda di copertina anche la numerazione di serie.

In totale si tratta di 51 albi dedicati all’Uomo Mascherato, dei quali i primi 24 ristampano l’originale serie d’anteguerra (a suo tempo  composta però di 12 albi), e, nonostante tutti i difetti di cui sopra, il personaggio riscuote grandi consensi, tanto che, oltre a Nerbini, altri due editori (Capriotti e Tedeschi, vedi) daranno il via a serie concorrenti. Ma mentre Nerbini ristampa la serie anteguerra, integrandola di quegli episodi anteguerra mai usciti in albo, Capriotti, invece, pubblica le storie (sempre giornaliere)  inedite, che datano dal 1942 in poi, mentre, infine, Tedeschi, si butta sulle tavole domenicali, sino ad allora rimaste pressoché inutilizzate. Insomma, ce n’era per tutti i gusti.

Maurizio Scudiero